Sono lieto di presentare su BFGF un articolo redatto da Alessandro Beghini ,Biologo amante della vita marina e in forze come ricercatore e docente all’Università Statale di Milano.
Il suo contributo “Parliamo di Microplastiche….seriamente” che segue questa premessa, puntualizza un recente servizio di ” Altro Consumo” a cui normalmente risultano stare a cuore gli interessi e la difesa dei consumatori.
Nel caso specifico il servizio “Quanta plastica mangiamo?” affronta un problema scottante e di grande attualità, come l’accumulo di microplastiche in organismi marini che fanno normalmente parte della nostra dieta.
L’articolo di Alessandro Beghini lo potete apprezzare in seguito, ma se è giustificato mettere in allarme sui potenziali rischi per la salute umana, derivanti dall’accumulo esponenziale di plastiche in mari e oceani , le evidenze di ciò devono essere supportate da metodologie ineccepibili nel rendere pubblici i dati di valutazione.
In mancanza di ciò si fà dell’allarmismo con tutti i riflessi negativi che ne conseguono a tutti i livelli e che lasciano spiazzati esercenti e consumatori.
La Cozza è un tipico esempio di quanto asserito : si possono dare stime che dovrebbero essere quantitative sull’inquinamento da microplastiche, ma ci vorrebe rigore e trasparenza sul metodo di parametrazione , citando anche il laboratorio che ha monitorato i diversi campioni.
Altro punto rilevante è che i dati dovrebbero riportare con precisione l’origine geografica dei campioni e non indicare in senso lato Italia o Spagna, perchè i livelli di contaminazione possono essere molto diversi in funzione delle qualità degli ambienti di prelievo!
Và bene associare il venditore ,ma in assenza di corretta identificazione geografica di ciò che viene offerto al consumatore, si origina disinformazione e allarmismo.
L’articolo di “Altro Consumo” citato è ben strutturato come presentazione dei problemi,ma la mancanza di rigore nella presentazione dei dati ne inficia la reale portata.
La mia premessa all’articolo di Alessandro Beghini non vuole essere polemica,ma solo pragmatica nel valutare argomenti impattanti con le tematiche proposte da BFGF e a conferma riporto analoghe critiche maturate per un un’altra recente “INCHIESTA” , sempre ad opera di “Altro Consumo” : “Giù la maschera“.
Anche qui il tema è molto caldo e riguarda il consumo di TONNO pro sushi&sushimi che ormai imperversa a tutti i livelli gerarchici della ristorazione e con rischio di Sindrome sgombroide ai livelli più bassi… e non solo!
L’inchiesta è ben strutturata nella sequenza dei temi affrontati e relativa intervista al veterinario responsabile presso il Mercato Ittico di Milano, ma pecca di mancata accuratezza metodologica nel presentare una tabella sul Tonno fresco.
Non viene mai indicata la specie di Tonno nè la provenienza che potrebbe essere significativa per la specie fra Mediterraneo o O.Indiano!
Inoltre le valutazioni parametriche date da uno a cinque stelle, se rendono intuitiva l’evidenza che uno è il minimo e cinque è il massimo, non chiariscono in modo condivisibile e rigoroso cosa rappresentino i livelli intermedi da due a quattro ; peggio ancora per citare un caso a Milano (pescheria), date cinque stelle a quattro voci e quattro stelle alla rimanente…la valutazione complessiva media risulta di quattro!
Oggi sembra che chiunque possa sentenziare a sproposito senza conoscenza e su argomenti “difficili”, magari appena uscito dal Bar Sport, ma quì siamo in un ambito di estrema complessità perchè le esigenze dei consumatori non sono più primarie o assolute rispetto alla tutela delle risorse marine in drammatico decadimento ; nello specifico questo non è il caso di “Altro Consumo”, ma propio perchè il target vuole essere quello rivolto a gente attenta,critica e rispettosa dell’ambiente….rigore e trasparenza nel produrre dati e valutazione devono essere di riferimento.
Roberto Di Lernia