Un angolo di Paradiso marino nel Peloponneso, attraverso le immagini del giovane apneista Federico La Marca.
Immergersi nelle acque del Mediterraneo di qualche decina di anni fà lungo le coste d’Italia, della attuale Croazia, della Gracia della Turchia e del Nord Africa e di tutte le isole, consentiva di imprimere nella propia mente visioni indimenticabili di vita marina, perche’ tutto era abbondante, di tutte le dimensioni e colori!
Ad esempio le Cernie e le Ricciole, ma anche tutta la popolazione di Saraghi, Corvine, Murene e Polpi che abitavano le scogliere davano una sensazione di ricchezza e bellezza pressochè inesauribile.
I tratti sabbiosi erano un rigoglio di Posidonia e numerose Pinna nobilis, ora specie da tempo protetta, erano visibili nella loro antica sontuosità, indossando semplicemente maschera e pinne.
Oggi la situazione è ben diversa e un fungo microscopico (Haplosporidium nelsoni) di origine atlantica che ha già colpito duramente gli impianti di Ostricoltura, si è diffuso da ovest a est, compromettendo fino ad un 90% di estinzione Pinna nobilis alle Isole Baleari (inclusa Minorca, riserva marina UNESCO), diffondendosi lungo la costa spagnola e francese.
La contaminazione è segnalata poi in Corsica, Sardegna, al Circeo, nella costa nord orientale della Sicilia e recentemente anche nel golfo di Taranto.
Un simbolo del Mediterraneo è quindi seriamente a rischio, ma in generale all’amante delle visioni marine “intatte” sono rimaste e non sempre rispettate dalla pesca illegale, le Aree Marine Protette (AMP) o quelle da tempo lasciate in pace dai pescatori subacquei o da altre attività impattanti sull’ambiente.
La ricerca di siti che mostrino “il Mare com’era una volta” è diventata difficile, ma volendo sfidare una realtà di degrado e perdita di biodiversità, è necessario mettersi alla ricerca di luoghi meno agevoli da raggiungere,scarsamente urbanizzati e sopratutto a minimo impatto antropico anche nei mesi di luglio e agosto.
A parte le isole a volta coincidenti con AMP, dove però rimane sempre conflittuale il rapporto coi pescatori locali salvo rare eccezioni, la ricerca del “Mare di una volta” sembrerebbe un mito impossibile.
Non è sempre così e il “Mare di una volta”… si può materializzare ancora nel Mediterraneo!
Al fine di preservarne l’antica bellezza non rivelerò dove si trova il sito della favola, perchè compierei un sacrilegio e rischierei l’ira di Poseidon.
La favola a lieto fine, ovvero esiste ancora il “Mare di una volta” è documentato dalle immagini che seguono, scattate in apnea entro i 12 metri di profondità e che dimostrano come con una attrezzatura minima si può vivere ancora il Mare, cogliendo aspetti entusiasmanti della sua vita e della sua biodiversità ancora pressochè intatte.
La fotocamera usata e’ una leggerissima Nikon Colpix resistente fino a 30 m.; il fotografo è Federico La Marca diciannovenne universitario e che molto precocemente e sempre in apnea ha saputo fissare immagini di vita sottomarina in diverse isole del Mediterraneo
(Linosa, Cipro) e nel sud dell’Egitto.
Video Trigone in fuga:
Commento finale è che ritrovare abbondanza di Pinna nobilis in una florida prateria a Posidonia con frequenti avvistamenti di Tartaruga Caretta e Tritoni sul fondale… dice semplicemente che esistono ancora luoghi in cui l’impatto antropico è rimasto modesto.
La loro quasi sacralità oltre che emozionare, aumenta la determinazione e l’impegno perchè il futuro dei mari non sia irreversibilmente compromesso!
Dimenticavo… anche l’inquinamento da plastica è apparso a minimo livello, almeno visualmente, ma è già qualcosa!
Sperando di aver una volta tanto portato una vena di ottimismo a chi ci segue, ringrazio Federico La Marca per aver messo a disposizione tutte le immagini di qusto servizio e che potete considerare come un saluto di fine estate!
Roberto Di Lernia