“E’ sempre e solo una battaglia di prezzi che abbassandosi per competizione di mercato, portano a confondere “il cibo democratico” con lo sfruttamento industriale di tutte le specie di Tonni negli Oceani! Ora con l’aumento dei consumi di Tonno in scatola in seguito alle nuove abitudini alimentari condizionate dal Covid, si fa’ meglio impresa se le scatole riportano i termini di ” SOSTENIBILITA”, tracciabilità e filiera e magari una CERTIFICAZIONE ad hoc!
Un sapiente ed astuto “GREEN WASHING” su cui il consumatore non va’ tanto per il sottile, ma di cui sono più le dichiarazioni di presunta ecosostenibilità degli industriali della pesca che l’EFFETTIVO STATO DEGLI STOCK dei TONNI di qualsiasi specie nel PIANETA! Il consumatore trova comoda la scatoletta sempre pronta all’uso per farsi la pasta o l’insalatona, se poi costa meno è anche più buona e se… gran trionfo certificata sostenibile e tracciata, si mette la coscienza a posto col SACCHEGGIO dei MARI.
Safe the Dolphin … fa’ presa ….. SAFE THE TUNA, non è contemplato?”
Roberto Di Lernia
Vedi Articolo >> Airone e la sfida della pesca del tonno sostenibile nel post Covid