Il progetto BFGF ha come scopo principale quello di promuovere la conoscenza e la tutela della vita acquatica planetaria, ormai fortemente minacciata da una pesca industriale insensata e distruttiva che stà rapinando l’umanità presente e futura di un patrimonio irrinunciabile anche per la sopravvivenza della nostra specie.
La parola d’ordine è “SOSTENIBILITA’ “… ma dove? Come ? Quando? E rispetto a cosa? Da circa un anno giriamo per pescherie ,supermercati e mercati rionali… per conoscere quali pesci mangiano i milanesi e con particolare attenzione alla freschezza,alle tipologie di maggior richiesta ,senza ignorare provenienza e stress delle specie. L’ultima nostra visita è stata al “mitico” Mercato Ittico di Milano, ma nella mattina del sabato, quando lo stesso è aperto al grande pubblico.
Sabato 13 ottobre, un gruppetto di 6: Serena, Andrea, Amedeo (Greenpeace gruppo locale Milano), insieme a Susanna e Maurizio (Slow Food Milano), accompagnati da Rob (BFGF) si sono trovati alle 9,00 davanti all’ingresso del Mercato Ittico di via Lombroso 53. Una prima sorpresa… ma più che comprensibile è stato il renderci conto che il pubblico era a grande maggioranza extracomunitario. Asiatici, Nord-africani, Sub-sahariani, insieme a gente del nostro Sud, spesso affollavano i diversi banchi pesce che offrivano sia pescato in cassetta come singoli pezzi anche di pregio.
I prezzi risultano mediamente più bassi e questo attira sicuramente, ma la sensazione è che vengano sopratutto smaltite le partite d’invenduto durante le aste settimanali per i commercianti, ha diversi elementi di riscontro tra cui l’aspetto per così dire “modesto” di Orate, Branzini, Scorfani, Pesci S.Pietro, Palamite!
Non sono questi i pesci che però interessavano il pubblico più di tanto, ma quelli che sono normalmente scarsamente presenti nei banchi pesci della città e incredibilmente fra questi quelli che vengono suggeriti come “sostenibili”. Sgombri, Sugarelli, Sgombri cavalla erano molto appetiti, ma pure “bellissimi” Cefali a 3€ al Kg erano in abbondante offerta! Nel caso delle specie citate… il trinomio Sostenibilità, Freschezza e Basso costo sembrano rispettati!
Ma questo non può essere lo scopo “nobile” di un venditore di pesce ovviamente, ma il risultato di una semplice legge di mercato… per cui certe specie a basso costo vengono fatte arrivare fresche il sabato mattina semplicemente perchè esistono i compratori che puntano sul risparmio massimo possibile. Del resto, Pesci spada, tranci di Tonno sia Pinnagialla, come T.Rosso, insieme a Salmoni d’allevamento, Orate e Branzini dalla Grecia e dalla Turchia, filetti di Pangasio del Mekong, di Persico africano e Gamberi decongelati predati in Argentina erano tutti in mostra ad evidenziare come il consumatore è attratto solo dal risparmio pur ritenendo irrinunciabili i propi immodificabili consumi.
Ecco come la “SOSTENIBILITA'” viene offerta per legge di mercato… ovvero quello che costa meno dipende banalmente dal fatto che specie ancora relativamente abbondanti sono a basso costo e sono appetite da chi ha ridotte disponibilità economiche. Fra queste ecco i Cefali, gli Sgombri cavalla, i Lanzardi, le Lampughe, tutte specie indicate da Slow Fish e da Greenpeace come molto più sostenibili di altre sotto stress, citando il Pesce spada come massimo esempio.
Nelle specie d’acquacoltura… trionfava il Salmone “intero” offerto a 6 €/kg, ma in un banco erano in vendita anche le teste e le colonne vertebrali di quelli venduti come “sfilettati”! Non si butta via niente e l’ultima immagine offre come ciò possa essere portato alle estreme conseguenze già a partire dalla stessa pesca! In un banco facevano triste mostra di sè Sogliole e sopratutto Pescatrici di taglia veramente minima, probabilmente sfuggite ai controlli veterinari e risultanti da “strascicate distruttive” dei fondali marini!
In questi casi il danno all’ecosistema è enorme ,ma non dobbiamo certo aspettarci che siano venditori e pescatori a ridurre i prelievi distruttivi, finchè questi possono avere anche un minimo valore sul mercato. Poichè queste pezzature giovanili, non possono trovare acquirenti tra i commercianti professionisti e allora perchè non smaltirli, cogliendo l’occasione al mercato libero del sabato!?
Commento finale: un’ennesimo esempio di come disattendere le regole anche per un minimo profitto e una autentica vergogna!
Roberto Di Lernia
L’articolo è davvero interessante e a maggior ragione andrò a visitare questo mercato. La mia conoscenza non è profonda come la tua, ma attraverso il tuo insegnamento, sicuramente sarò più preparata a comprendere meglio le difficoltà che il nostro povero marà stà subendo e di conseguenza i suoi prodotti.